Quando nel giugno del 2019 Apple ha presentato il suo Pro Display XDR, ha portato una ventata di aria fresca nel mondo dei monitor per PC. Dal design alle prestazioni, c’erano tutti i presupposti per affermare che questo monitor avrebbe cambiato definitivamente il panorama creativo, portando questo tipo di monitor ad essere accessibili anche ai comuni mortali. Ma un anno e 7 mesi dopo, seduti di fronte al monitor che volevamo a tutti i costi testare, siamo stati costretti a smorzare un po’ il nostro entusiasmo ed a fare i conti con la realtà.
Dato che questo monitor ha orami più di un anno, abbiamo deciso di impostare questa recensione in modo differente rispetto alle altre. Invece di elencarvi e testare tutte le caratteristiche e le qualità di questo monitor una alla volta, vogliamo condividere con voi 5 cose che riteniamo dobbiate assolutamente sapere se, giunti a febbraio 2021, state valutando l’acquisto di questo monitor.
Probabilmente siete già a conoscenza delle specifiche del Pro Display XDR:
- Risoluzione 6K
- Profondità di colore a 10 bit
- Luminosità di picco 1600 nits, 1000 nit costanti (a tutto schermo)
- Riproduzione in Dolby Vision, HDR10 e Hybrid-Log Gamma (HLG)
- Copertura del 100% dello spazio DCI-P3
- 576 LED di retroilluminazione
- Connettività a singolo cavo, con 3 porte USB-C aggiuntive
Ecco alcune cose che potreste non conoscere, ma che è importante che sappiate.
1. LED e non OLED
Appassionati di monitor, perdonateci se ora affermeremo l’ovvio ma la gamma di termini tecnici che si possono utilizzare parlando di un monitor è così vasta e complessa che precisazioni di questo tipo vanno fatte: questo non è un monitor “OLED” nel quale i singoli pixel possono essere spenti completamente per poter avere un rapporto di contrasto “perfetto”. Si tratta invece di un monitor LCD IPS composto da 576 LED di retroilluminazione controllati individualmente.
Lo ribadiamo: si tratta di un LCD retroilluminato a LED, non di uno display OLED.
Apple ha preso in considerazione l’utilizzo della tecnologia OLED quando ha progettato e realizzato il Pro Display XDR, ma alla fine ha optato per un pannello IPS “per la sua migliore uniformità, per le prestazioni termiche e la luminosità supportate, per la visualizzazione dei colori se si osserva il monitor fuori asse e per la resistenza all’effetto burn-in permanente”. Questa citazione è presa direttamente dal white paper di Apple, e le ragioni che giustificano questa loro scelta per lo più sono più che validi.
I moderni schermi OLED possono raggiungere una luminosità di picco di soli 1000 nit, mentre il Pro Display XDR può raggiungere i 1600 nit interessando contemporaneamente fino al 39% dell’intera superficie dello schermo e può supportare una luminosità costante a tutto schermo di 1000 nit per un tempo indefinito. Gli OLED inoltre risentono in genere dell’effetto burn-in, il che può costituire un problema quando questi schermi vengono utilizzati come monitor per un PC in cui alcuni elementi dello schermo restano fissi. L’unico punto che potremmo mettere in discussione a proposito di quanto dichiarato da Apple riguarda le “prestazioni in termini di visualizzazione dei colori se si osserva il monitor fuori asse”, peggiori nel caso degli schermi LCD (sì, anche nel caso degli LCD IPS) rispetto agli OLED.
Tenete presente che ad Apple piace mettere a confronto il proprio Pro Display XDR con display di riferimento 4K da 25000 € e più. Un confronto di questo tipo era attendibile nel momento in cui il monitor è stato messo in commercio, ma ad oggi non si tratta più dell’unico monitor disponibile con queste specifiche tecniche e che rientra in questa medesima fascia di prezzo. Sia il Dell UltraSharp 4K HDR UP3221Q da 4200 € che l’ASUS ProArt PA32UCX da 3800 €, nonostante siano entrambi monitor con una risoluzione 4K e non 6K, vantano una luminosità molto simile e, poiché utilizzano la tecnologia Mini LED, presentano più zone di oscuramento locali così da poter avere dei neri più profondi ed un miglior contrasto.
Abbiamo voluto far presente questa cosa in quanto ha un notevole impatto sul punto #2 del nostro elenco: il blooming della retroilluminazione.
2. Il blooming della retroilluminazione
L’immagine qui sopra è il risultato di una esposizione di 3 secondi scattata nella quasi totale oscurità. A sinistra, il display Mini LED Dell UP3221Q; a destra, l’Apple Pro Display XDR. Entrambi i monitor sono stati messi in pausa durante la riproduzione dello stesso video HDR 4K utilizzato per testare il local dimming, in modalità HDR, e alimentati dal medesimo MacMini M1. Non è necessario dirvi ovviamente quale monitor ha dato i risultati migliori.
Potete notare chiaramente che l’immagine NON sembra poi così male se vista dal vivo. La lunga esposizione fa apparire sia la linea centrale che il blooming circostante più luminosi di quanto effettivamente appaiano ad occhio nudo. Ma il blooming è, in effetti, ovviamente più evidente nel caso del Pro Display XDR. Questa immagine è l’ideale per apprezzare al meglio le differenze in termini di quantità di blooming atteso, anche se accentua un po’ troppo questo effetto pur facendolo meramente a scopi dimostrativi.
Il display della Dell è il migliore, nonché il più recente, in termini di tecnologia LCD con retroilluminazione a LED. Utilizza una retroilluminazione composta da 2000 Mini LED controllati individualmente, o composta all’incirca da un LED ogni 64 x 64 pixel di schermo 4K. La retroilluminazione del Pro Display XDR è caratterizzata da 576 LED normali, o da circa un LED ogni 120 x 120 pixel di schermo 4K. Se si tiene conto della risoluzione 6K del Pro Display, tale valore diventa di circa una LED ogni 188 x 188 pixel.
Apple ha incluso alcuni accorgimenti atti a stimolare la creatività nel suo display per cercare di attenuare il problema del blooming. Ci sono un “pannello diffusore riflettente”, un “foglio per la corretta trasformazione dei colori ” e un “array di micro-lenti” posizionati tra i LED di retroilluminazione ed il pannello LCD. Ma non c’è modo di ingannare completamente la fisica, e la retroilluminazione mette in evidenza il blooming quando si ha un oggetto luminoso con dei bordi netti e decisi rappresentato su uno sfondo perfettamente nero, specialmente in modalità HDR.
Nella realtà, l’effetto che si ottiene è circa 2 volte peggiore rispetto a quello che si osserva nel monitor Dell dotato di Mini LED, dal costo più contenuto (4200 € incluso il supporto). Questo inciderà in qualche modo sulla visione classica HDR e sull’editing? Difficilmente. In realtà questo effetto viene messo in evidenza solo in specifiche circostanze come quelle in cui è stato condotto il test. Ma è comunque un aspetto da tenere in considerazione soprattutto ora che Apple ha dei validi concorrenti, come i prodotti ASUS e Dell che rientrano nella medesima fascia di prezzo del Pro Display XDR
3. Design eccezionale…ma con una pecca
Sotto un unico punto di vista Apple NON ha rivali: la qualità ed il design dei suoi prodotti. Il Pro Display XDR è bellissimo.
Presupponendo che a voi piaccia il design “a grattugia” del nuovo Mac Pro, non avrete di certo nulla da ridire a proposito del design del Pro Display XDR. L’ unibody squadrato in alluminio con bordi dentellati sulla parte posteriore ed una cornice da 0,5 cm nella parte anteriore mettono il Pro Display XDR decisamente su un altro livello se messo fianco a fianco con i sui diretti concorrenti.
C’è un motivo per il quale ci si aspetta che Apple adotti questo medesimo design anche per l’iMac di nuova generazione.
Tuttavia, e questo è un grande problema, un design pulito e lineare come questo è associato ad un compromesso che di certo non si può ignorare: il monitor non dispone di alcun meccanismo di input. Non c’è nessun pulsante di accensione, nessun joystick, niente di niente. Le impostazioni del display si possono controllate interamente mediante le Preferenze di sistema di macOS, sotto la dicitura Impostazioni del Display. Altro aspetto caratteristico dei prodotti Apple, il fatto che il monitor manca di porte USB-A nell’hub USB integrato e Apple ha perso l’occasione, con questo monitor, di “riportare” lo slot per le schede SD inserendolo a livello del display stesso.
Tuttavia, questo resta comunque il monitor da 32 pollici più bello presente attualmente in commercio, non ci sono paragoni.
4. Risoluzione e Modalità di Riferimento
Escludendo la qualità del design, sono due i motivi principali per i quali i fotografi potrebbero preferire di gran lunga questo monitor ai suoi due diretti concorrenti, di cui abbiamo parlato poco sopra: la risoluzione 6K e le numerose ed utilissime modalità di riferimento pre-calibrate come “Fotografia” e “Design e stampa”.
Non c’è molto altro da dire sulle modalità di riferimento oltre che “ci sono” e “funzionano esattamente come promesso”. Se avete intenzione di utilizzarle, vi conviene sicuramente leggere il white paper di Apple in modo da conoscere l’ampiezza della gamma cromatica, la luminosità di picco, lo spazio colore ed il punto bianco con cui lavorate quando selezionate ogni modalità. Ad esempio, la modalità di riferimento Fotografia utilizza un’ampia gamma cromatica P3, con un punto bianco di D65 (6500K), una gamma di 2,2 e una luminosità di picco fissata a soli 160 nit.
Il ridimensionamento dello schermo di default è un’altra questione. Utilizzerete sempre la risoluzione 6K (ovviamente) ma l’impostazione “Predefinito per lo schermo” ridimensiona automaticamente tutto il testo e le icone a 2 volte la loro dimensione, l’equivalente di una risoluzione 3K. Da un lato, riteniamo che tale impostazione non sia proprio l’ideale in quanto, dal nostro punto di vista, la risoluzione 4K priva di ridimensionamento predefinito costituisca il giusto equilibrio tra le dimensioni delle icone e quella dello schermo per un monitor con queste caratteristiche. D’altra parte, però, questo è assolutamente necessario, in quanto fondamentalmente il display è inutilizzabile con un ridimensionamento impostato sulla risoluzione 6K.
Apple è consapevole di ciò, ecco perché le impostazioni non sono proprio…a portata di mano. Se volete utilizzare ogni centimetro dello schermo, dovrete entrare in Opzioni e poi fare click su Ridimensionamento nelle impostazioni del Display per visualizzare il menu nascosto riportato qui di seguito:
Questo è l’unico metodo per poter per selezionare la risoluzione 6016 x 3384 non ridimensionata.
5. Gli utenti di PC possono avere dei problemi con il Pro Display XDR
Infine, l’ultimo e più importante punto se state prendendo in considerazione l’acquisto di un Pro Display XDR: è meglio avere un Mac. Questo non implica che il monitor non funzionerà con altri tipi di PC, ma la speciale connessione Thunderbolt uni-direzionale e la mancanza di pulsanti e di controlli fisici sul monitor stesso comportano il fatto che non potrete modificare in alcun modo le impostazioni di default del display, per non parlare del fatto che potreste anche non essere in grado di raggiungere la risoluzione 6K promessa.
Potremmo approfondire ulteriormente questo concetto, ma probabilmente non sarà necessario. Linus Tech Tips ha realizzato tutta una serie di video completi e dettagliati sul Pro Display XDR e facenti parte della serie “PC Guy’s Perspective” e che vi consigliamo di guardare. Vi conviene darci un’occhiata soprattutto se volete farvi un’idea dell’esperienza avuta da questi utenti con il Pro Display XDR:
Come spiegato da Linus, anche solo ottenere la risoluzione massima possibile da questo monitor potrebbe rivelarsi alquanto complicato se si utilizza un normale PC, per non parlare dell’utilizzo delle modalità di riferimento integrate per “Fotografia” o “Stampa”, o persino della regolazione della retroilluminazione. Se avete un PC e non un Mac, risparmiate tempo e fatica: acquistate direttamente un Dell al posto del Pro Display XDR. Sotto certi aspetti è migliore, sotto altri equivalente, oltre al fatto che potrete essere in grado di fare diverse cose come ad esempio…beh…regolare la luminosità.
Alcune considerazioni finali
Per essere chiari, quando Apple ha rilasciato questo monitor per la prima volta, si trattava sicuramente di una grande innovazione nel mondo dei monitor per PC. Metterlo a confronto con monitor da 25000 € non era una mera questione di arroganza data la combinazione di luminosità, risoluzione, precisione del colore e funzionalità HDR del Pro Display XDR. Ad Apple va il merito di aver contribuito ad aumentare la popolarità di questa categoria di monitor che, come il Pro Display XDR, ad oggi vengono annoverati ancora tra i migliori monitor di fascia alta presenti in commercio.
Ma Apple non è immune al ritmo impressionante con cui evolve il mercato dei monitor. Grazie all’arrivo della tecnologia Mini LED e ad alcune innovazioni che entro breve contribuiranno a migliorare la tecnologia OLED, il Pro Display XDR, nonostante non abbia ancora compiuto 2 anni, sta iniziando già a mostrare i primi acciacchi del tempo nei vari test condotti sulle prestazioni nel mondo reale, portando a chiedersi se i pro superino effettivamente i contro. Nella colonna dei pro potrete trovare il design senza eguali di questo monitor, la sua straordinaria risoluzione 6K, le pratiche modalità di riferimento, l’accuratezza dei colori e la strabiliante luminosità; nella colonna dei contro, potrete trovare la mancanza di controlli fisici, la poca considerazione nei confronti degli utenti che hanno un PC e non un Mac e le scarse prestazioni di blooming rispetto a quelle dei monitor ASUS e Dell, dei concorrenti …decisamente più economici.
Solo voi potrete farvi due conti e stabilire quale è il monitor che fa al caso vostro e quali sono le caratteristiche che contano di più per voi. L’obiettivo di questo articolo era semplicemente mettere in evidenza alcuni aspetti, non trascurabili ma indubbiamente complessi, che potreste non aver ancora preso in considerazione a proposito del Pro Display XDR.
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