La recensione di Monster Hunter Rise
Come successore più che degno di Monster Hunter: World, Rise eleva la serie a nuove vette con questo nuovo splendido porting per PC.
- Sviluppatore: Capcom
- Publisher: Capcom
- Data di uscita: 12 gennaio 2022
- OS: Windows
- Launcher: Steam
Dopo lo strepitoso successo di Monster Hunter: World nel 2018, l’idea che il prossimo titolo per PC della serie “craft’em up” con tanto di pantaloni di dinosauro realizzata da Capcom provenga direttamente da Nintendo Switch potrebbe far uscire lamentele a qualche malelingue. Lungi dall’essere un passo indietro rispetto a World, Monster Hunter Rise è un gioco del tutto uguale a quest’ultimo e viene impreziosito dall’ottimo lavoro fatto da Capcom con il porting, capace di farlo brillare ancora di più rispetto a suo fratello maggiore. Non solo Rise offre le stesse ambientazioni ampie e diffuse, a là World per intenderci, ma aggiunge anche diverse novità per rendere il gameplay ancora più divertente.
La prima di queste novità è il wirebug o insetto filo, una lucciola luminosa gigante che permette ai cacciatori di lanciarsi verso il cielo, di riprendersi da brutte cadute e di mettere le briglie alle bestie stordite per poterle cavalcare brevemente, in modo da infliggere danni in maniera uniforme a tutto il loro corpo.
Questo è un equipaggiamento particolarmente versatile, che è legato al soprannome del titolo e che eleva il gioco rispetto agli altri capitoli della serie.
Lontano dalle battaglie, gli insetti filo trasformano le mappe di Monster Hunter Rise in veri e propri parchi giochi, permettendovi di arrampicarvi su pareti rocciose a strapiombo che nei precedenti capitoli altro non erano che scenografie. Le utili scie lasciate dagli Spiribirds aumentano le statistiche, e sono a disposizione di tutti i giocatori che sono alla ricerca di luoghi secondari ricchi di risorse lontani dal percorso principale. Seguire il proprio fiuto, in questo caso, è parte integrante del divertimento. Certo, la barra della resistenza e il numero di insetti filo a disposizione del giocatore in un certo senso sono un limite ma questi piccoli coleotteri offrono un senso di apertura a Rise che fa risaltare le ambientazioni anche più dei biomi immensi presenti in Monster Hunter World. In effetti salire sulla cima più alta per vedere la propria preda lavarsi nel ruscello, al lato opposto della mappa (complice anche la draw distance aumentata), è un emozione che non si dimentica facilmente.
Altre grandi emozioni si possono provare quando si usano gli insetti filo per recuperarsi da un impatto quando ci si trova nel bel mezzo della mischia. Non voglio mentire: mi lascio spesso trasportare dalla foga delle doppie lame quando combatto in Monster Hunter Rise ed ho passato parecchio tempo seduto, sbalzato dai colpi avversari. Avere un insetto filo con sé, però, permette con una rapida pressione del grilletto sinistro e di un altro tasto, di salvarvi non interrompendo (è possibile farlo anche con la tastiera anche se consigliamo l’uso di un controller) il flusso della battaglia. Non si tratta solo di salvare la faccia: nei precedenti giochi di Monster Hunter, rialzarsi dopo una vera e propria batosta è sempre stato un po deludente mentre stavolta usare un insettino per interrompere un volo aereo permette di non spezzare il ritmo di gioco, tornando rapidamente in battaglia.
Il villaggio di Kamura è l’hub principale. Qui si affrontano missioni, si potenzia l’armatura, si può mangiare un piatto come il Bunny Dango prima delle missioni e molto altro ancora. È un hub davvero bello.
Ho trovato anche molto divertente l’uso degli insetti filo per lanciarsi addosso ai nemici, manco fossimo in un anime. Esattamente come per le versioni precedenti della saga, infliggere danni aerei permetteva di aumentare il quantitativo di danni complessivi inflitti. Questa caratteristica, introdotta per la prima volta con Monster Hunter 4 ed il suo Insect Glaive, è stata prima ampliato in World per poi trovare in Rise la perfetta conclusione. In Rise è stato inserito un elemento da Rodeo che permette al giocatore di dare spettacolo e di usare i mostri come strumenti per attaccare i propri simili, andando anche ad accentuare la fisicità di queste bestie enormi. I mostri sono difficili da controllare, giustamente presupposte le dimensioni e la potenza, e quando si riesce a sfruttarli per i propri fini le emozioni sono veramente soverchianti.
Come sempre, l’obiettivo della caccia a queste bestie squamose è quello di raccogliere il loot sotto forma di pelli, zanne e squame preziose per forgiare armature e armi sempre più forti, tanto per sé quanto per il proprio animaletto. Dopo ogni caccia è possibile ricavare solo tre pezzi di mostro, anche se Palico, il gatto, e Palamute, il cane, saranno in grado di raccogliere qualche pezzo extra per aiutare. È molto difficile riuscire a creare un set di armature completo con una singola caccia, motivo per cui spesso e volentieri esse vanno ripetute più volte per ottenere ottimi risultati.
Il Kulu-Ya-Ku, amante delle uova, delle pentole e delle rocce, è un mostro che ritorna dai precedenti giochi e che in Rise, complici nuove animazioni, è più affascinante che mai.
Personalmente, però, raramente ho dovuto ripetere missioni specifiche solo per trovare determinati mostri, dato che di solito ce ne sono sempre un po’ in giro, indipendentemente dalla missione che si sta svolgendo. Certo, dover affrontare sempre la solita battaglia di 15 o 20 minuti per eliminarli è necessario ma il tempo limite di 50 minuti implica che tali deviazioni sono tanto fattibili quanto utili, specie se come adesso è possibile vedere sulla mappa comodamente la posizione del proprio obiettivo principale. Anche le missioni di raccolta delle risorse, solitamente noiose, sono state velocizzate grazie alla possibilità di salire in groppa al proprio Palamute per velocizzare il movimento.
Tutto ciò rende Rise uno dei giochi di Monster Hunter più amichevoli e snelli di tutti, nonostante comunque un grande numero di tutorial tra riquadri di testo prima di potersi veramente godere il gioco. L’accessibilità non è mai stata uno dei punti di forza di Monster Hunter, anche se Rise si sforza nell’essere molto pratico per far divertire il giocatore. Se avete accumulato un po’ di memoria muscolare nel corso degli anni con World, molte cose vi sembreranno familiari; i nuovi arrivati invece saranno probabilmente scoraggiati dal grande quantitativo di meccaniche presenti.
Uno degli aspetti che preferisco di Rise è il graduale deterioramento delle condizioni di salute durante il corso del tempo. Chi ha bisogno di una barra della salute quando è possibile vedere a schermo i danni che si sono inflitti?
L’unica cosa di cui sono grato, tuttavia, è il netto abbandono della cattura dei mostri rispetto alla loro semplice caccia. La cattura dei mostri con le trappole è un’attività che non è mai riuscita del tutto a Capcom e anzi, spesso è capitato di sentire di giocatori che hanno abbandonato il gioco per colpa di queste missioni. In Rise, invece, non c’è una sola missione di cattura fino a quando non si sbloccano le missioni di livello 5 dopo i titoli di coda. I cacciatori di livello superiore possono ancora intrappolare e catturare i mostri ogni volta che lo desiderano (ottenendo, nel frattempo, materiali ancora più rari che solitamente non sono previsti attraverso l’intaglio). La mancanza di enfasi su quest genere di missioni nella campagna principale è un cambiamento che abbiamo trovato davvero gradevole.
L’unica nota un po’ stonata nel roster di Monster Hunter Rise sono le nuove missioni Rampage. Invece di andare in giro per il mondo, le missioni Rampage vi vedono proteggere la città di Kamura Village, il vostro hub, da ondate di mostri in una specie di tower defense con un arena. È un diversivo divertente la prima volta che lo si fa, ma sparare ai mostri da torrette montate non è così avvincente come fare una vera e propria caccia. Per fortuna, anche queste possono essere in gran parte ignorate se si preferisce dedicarsi all’uccisione tradizionale dei mostri; il fatto che vengano elencate in un menu separato, dove potenzialmente possono venir completamente ignorate, va ad indebolire una delle premesse della storia principale. In questa ci sono gli anziani del villaggio che vogliono far credere al giocatore che il villaggio di Kamura è costantemente sul punto di essere annientato da bestie furiose. Tale tensione, però, non si manifesta mai veramente nelle missioni di caccia normali. Per quanto le missioni Rampage siano meno entusiasmanti rispetto alle normali cacce, sono comunque rimasto sorpreso dal doverne vedere solo una come parte della campagna principale prima dei titoli di coda.
È possibile montare i mostri solo per poco tempo, ma usarli per combattere altri mostri è sempre un’emozione. Forza Arzuros, mangiati la coda del grande Izuchi!
Per la maggior parte del tempo Monster Hunter Rise rimane un titolo straordinario di una serie incredibile, un perfetto successore per Monster Hunter: World. Il titolo offre al giocatore un grandissimo senso di libertà generoso e gioco che mantiene i combattimenti divertenti e l’esplorazione sfiziosissima. Lo slancio delle missioni di caccia in termini di libertà fa sì che raramente ci si ritrova a girare a vuoto, mentre magari si cerca l’ultimo pezzo di armatura. Rise mi ha fatto giocare molto più a lungo di quanto World sia riuscito a fare e non vedo l’ora di vedere come si svilupperà con l’arrivo di Sunbreak, l’espansione prevista per l’estate.
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