- Secondo le prove presentate in occasione di un caso di hacking locale a San Jose, la VPN PIA possiede una rigida politica “no log”.
- Questa è la seconda volta che PIA ha dovuto dimostrare le proprie prerogative in una corte federale, e questa è anche la seconda volta che vince.
- Le VPN, compresa PIA, non conservano chiaramente dei registri inerenti alle attività svolte su internet dai propri utenti.
Un processo di hacking tenutosi nel tribunale federale di San Jose ha colpito ancora una volta il provider di VPN Internet Private Access (PIA). Il caso ha dimostrato come le attività online non possano essere collegate all’identità dell’utente se questi sta usando una VPN (PIA in questo caso specifico). È la seconda volta che accuse di questo tipo sono state rivolte a PIA.
Il 34enne M. Colby, proveniente da San Francisco, era stato accusato nell’aprile del 2017 a seguito di un’indagine dell’FBI. La corte federale di San Jose stava trattando di un caso di hacking connesso a svariati siti web di media locali, di possesso privato dell’Embarcadero Media Group; alcuni dei siti web principali erano l’Almanac e il Palo Alto Weekly. Colby è stato accusato di tentativo di danno intenzionale informatico e di intrusione in proprietà digitale.
Secondo l’accusa, Colby avrebbe acceduto illegalmente agli account di posta elettronica di Embarcadero Media nel luglio del 2015. Il caso fu seguito nel settembre del 2015 dall’associazione “Anonymous” con l’immagine di Guy Fawkes. Il celebre messaggio “Giornalismo sbilanciato a fini di lucro e a scapito dei diritti umani. Offertovi da Almanac.” fu lasciato nella casella di posta in entrata degli account mail hackerati.
Dopo una incredibile incarcerazione durata due decenni e l’aggiunta di svariate centinaia di migliaia di dollari, Colby è stato rilasciato su cauzione dopo essersi dichiarato non colpevole. Il caso è stato trattato dal Palo Alto Online che lo ha portato alla conoscenza del pubblico. Quanto avvenuto ha rivelato alcune cose particolari dei servizi di VPN e dei loro utenti.
In questo caso l’FBI ha presentato delle prove contro PIA secondo le quali il servizio era stato apparentemente utilizzato dagli hacker per manovrare gli account di posta elettronica di Embarcadero Media. Queste prove sono state affiancate alla testimonianza del consigliere Generale della London Trust Media, e proprietario di Private Internet Access, John Allan Arsenault.
Arsenault ha detto alla corte che non poteva fornire alcuna informazione utile in risposta alle accuse, visto che le VPN non conservano i registri delle attività degli utenti su internet. Ha anche aggiunto che PIA possiede una strutturazione dei registri come la maggior parte delle VPN, e non conserva tracce dei nomi e degli indirizzi dei clienti.
“Sebbene” – ha detto – “PIA accetti dei pagamenti attraverso svariate modalità, tra cui le criptovalute, l’unica informazione che viene mantenuta è l’indirizzo email. Non c’è nessuna traccia che Ross Colby si sia iscritto a PIA con uno dei suoi due ID email conosciuti”.
Ci sono moltissime altre testimonianze su questo caso che potrebbero interessare a coloro che sono preoccupati riguardo alla propria sicurezza su internet e in rapporto alle VPN. L’esito di questo caso è stato a favore di PIA. È la seconda volta che PIA ha sostenuto di possedere una “politica no log” in sede di tribunale, e, a quanto pare, vi si attiene davvero. Le accuse contro i servizi di VPN sono solitamente difficili da dimostrare, e potrebbero mettere in ginocchio qualsiasi tipo di fornitore di servizi. Queste accuse gravi potrebbero anche arrivare a bandire completamente i servizi. Nonostante ciò, PIA è uscito positivamente da tutte queste accuse di hacking.
Ad ogni modo, un altro aspetto di questo episodio ci suggerisce che, se le VPN sono coinvolte in un caso così grande come questo, gli indirizzi IP siano solo parte dell’equazione; ci sono sempre altri elementi che giocano un ruolo maggiore.
Il caso qui citato deve ancora arrivare ad annunciare la propria decisione, che dipende principalmente dalla sentenza della giuria.
Noi di pctempo, come sempre, speriamo che a vincere sia la verità. Nel frattempo potete continuare ad utilizzare PIA.
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