Il Pulsefire Dart ha molti pregi ma rimane un prodotto difficile da vendere soprattutto se siete alla ricerca di un mouse da gaming leggero.
Dopo la sua uscita due anni fa, il Pulsefire Dart è rimasto l’unico concorrente di HyperX nella corsa al miglior mouse da gaming wireless. Sfortunatamente il tempo non è stato clemente con questo mouse e caratteristiche come la ricarica wireless Qi non sono state sufficienti per farlo rimanere davanti alla concorrenza.
Questo non significa che non si debba prendere in considerazione il Pulsefire Dart o che non sia un buon mouse da gaming perché non è così.
Anzi, HyperX ha fatto molte cose giuste a partire dall’offrire una buona e solida qualità costruttiva con il mouse. La combinazione di plastiche di prima qualità e di impugnature laterali in similpelle rendono questo mouse solido e ben saldo nelle mani, mentre il design con i tasti separati per i pulsanti destro e sinistro dovrebbe limitare il numero di eventuali errori di input.
Sul telaio del Pulsefire Dart si trovano sei pulsanti, tutti programmabili tramite l’apposito software Ngenuity di HyperX (di cui parleremo più avanti). Gli interruttori Omron del mouse offrono un clic soddisfacente, che non lasciano spazio ad oscillazioni o fragilità al tatto e devo dire di non aver avuto alcun problema con il riconoscimento degli input sia in modalità cablata che wireless. Per il mouse sono stati valutati un massimo di 50 milioni di clic, quindi non c’è motivo per preoccuparsi della sua durata.
HyperX descrive la forma del mouse come “ergonomica” ma all’atto pratico è un prodotto adatto per i videogiocatori destrorsi che utilizzano un’impugnatura a palmo o ad artiglio. Chi preferisce un’impugnatura con le dita, come me, potrebbe iniziare ad avere qualche fastidio dopo sessioni di gioco prolungate e se siete mancini è meglio lasciar stare questo prodotto in favore di un mouse più simmetrico.
HyperX Pulsefire Dart | Logitech G703 | Corsair Sabre Pro Wireless | Razer Orochi V2 | |
Sensore | Pixart PMW3389 | Hero 25K | TrueMove 3+ Dual | Razer Optical |
DPI | 16000 | 8500 | 26000 | 18000 |
Velocità massima (IPS) | 450 | 400 | 650 | 450 |
Pulsanti programmabili | 6 | 9 | 7 | 7 |
Aree di illuminazione | 2 | 2 | 1 | 2 |
Il peso | 110 g | 95 g | 79 g | 106 g |
Prezzo | Visita Amazon | Visita Amazon | Visita Amazon | Visita Amazon |
L’elemento più controverso di questo mouse wireless è senza dubbio il peso di 110 g che lo porta tra i mouse più pesanti della sua fascia. Il Pulsefire Dart sarebbe decisamente più leggero in assenza di batteria ma è probabile che parte del suo peso sia legato alla componentistica necessaria alla ricarica wireless Qi. Sebbene questo sia un metodo di ricarica comodo, non è abbastanza convincente dal farmelo preferire ad una ricarica cablata con un filo tra PC e mouse.
In ogni caso posso solo lodare HyperX per aver utilizzato la ricarica wireless Qi invece di sviluppare una soluzione proprietaria, a differenza di Logitech e Razer. Questa decisione consente di utilizzare un’ampia gamma di dispositivi di ricarica compatibili anche con lo smartphone; una scelta encomiabile a differenza di chi costringe l’utente a seguire un ecosistema esclusivo e più costoso.
Per quanto riguarda le specifiche tecniche, per gli appassionati di dati, il Pulsefire Dart è dotato di un sensore Pixart PMW3389, che vanta 450ips (pollici al secondo) e una frequenza di polling fino a 1.000Hz: parametri più che sufficienti per tenere il passo con i propri input. Il limite massimo di 16.000 DPI è relativamente basso rispetto ad altri mouse wireless di questa fascia di prezzo ma l’ho trovato più che sufficiente per le mie necessità; passare da una all’altra di tre pre impostazioni personalizzabili è risultato essere abbastanza semplice grazie al pulsante presente sotto la rotella del mouse.
La connessione al dongle USB-A da 2,4 GHz consente di ottenere una connessione wireless più rapida rispetto a quella ottenuta con il Bluetooth, tecnologia qui assente. È anche possibile rafforzare il segnale grazie alla prolunga inclusa da HyperX; questa serve a portare l’adattatore nelle vicinanze del mouse in maniera semplice. Essa è utile se si desidera sostituire rapidamente il dongle con un cavo di ricarica per la ricarica, invece di andare a rovistare dietro al PC. Purtroppo non è possibile alloggiare il dongle USB all’interno del mouse se si è in viaggio e pertanto non è la più portatile delle soluzioni.
La durata della batteria è stimata in circa 50 ore, che possono aumentare a 90 se si spengono entrambi i sistemi di illuminazione del mouse. Tenendo le luci accese ho potuto riscontrare che le affermazioni di HyperX sono abbastanza realistiche: ci vogliono diverse giornate lavorative da 8 ore ognuna prima di andare a ricaricare il mouse. La ricarica tramite cavo USB-C impiega circa 1 o 2 ore mentre la ricarica wireless richiede parecchio tempo in più; non c’è alcuna indicazione di quando la batteria sia piena se si sta utilizzando il caricatore wireless in quanto il sistema di illuminazione è impegnato nel imitare un effetto di respirazione.
Mentre l’hardware del Pulsefire Dart offre una solida esperienza d’uso, il software Ngenuity di HyperX risulta essere deludente.
Ad onor del vero, è attualmente in fase beta, ma la strada da percorrere è ancora lunga prima di poter competere con software del calibro di iCue di Corsair o Synapse di Razer.
Nella sua forma attuale, Ngenuity offre le funzionalità di base che sono legittime da un software per periferiche. Nella scheda “Luci” è possibile personalizzare le due zone di illuminazione del Pulsefire Dart con un effetto in loop o ad attivazione, con poche preimpostazioni tra cui scegliere.
Nel frattempo le schede “Pulsanti” e “Sensore” consentono rispettivamente di ricollegare i pulsanti e di configurare i DPI del mouse.
Ci sono anche controlli per la luminosità dell’illuminazione, la frequenza di polling e la creazione di preimpostazioni salvabili all’interno del profilo nella memoria interna del dispositivo.
Purtroppo, il mio principale problema con Ngenuity è la sua stabilità, anzi, la mancanza di stabilità. Il programma si è bloccato più volte durante il mio utilizzo, la maggior parte delle quali si è verificata quando ho rimosso o ricollegato il Pulsefire Dart al mio PC mentre questo era acceso. Peggio ancora il programma ha segnalato una batteria scarica quando poi non era vero. Per risolvere il problema è stato necessario spegnere e riaccendere il dispositivo ma questa non è esattamente una soluzione a cui aspirare in questo genere di situazioni, specie se ci sono le ripercussioni di cui sopra.
Il prezzo di 99,99 euro rende il Pulsefire Dart un prodotto difficile da vendere e non è certo il miglior mouse da gaming in circolazione. La sua qualità costruttiva e le sue specifiche sono ottime, ma il suo peso ne appesantisce le prestazioni (letteralmente) mentre il software Ngenuity ne ostacola l’esperienza d’uso. Fortunatamente, data la sua età, è spesso possibile trovare questo mouse con forti sconti ma siamo dell’idea che sia importante tenerlo in considerazione, non pensiamo sia da raccomandare in toto.
HyperX Pulsefire Dart
L’ottima esperienza offerta dalla qualità costruttiva e dalle specifiche del Pulsefire Dart non riesce a non essere inficiata dal peso e dall’inaffidabile software; HyperX è in grado di realizzare mouse fantastici ma questo purtroppo non è sembrato essere all’altezza.
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