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Monitor

Recensione del Monitor eSports BenQ Zowie XL2546

6 Febbraio 2020 di Enzo Leave a Comment

Molti monitor, commercializzati come “monitor da gioco”, hanno luci RGB lampeggianti, schermi curvi, ed altre specifiche notevoli; ma sono questi i tipi di monitor che desideri se sei un serio giocatore di eSport? Da quanto abbiamo raccolto, la risposta è probabilmente no. La maggior parte dei giocatori professionali di eSports, infatti, non utilizza schermi molto grandi, o curvi, o anche risoluzioni elevate, ma si interessa di più alle prestazioni ed alla funzionalità. Ed ecco che il monitor eSports BenQ Zowie XL2546 entra in gioco. Questo pannello TN da 24.5 pollici ha una risoluzione HD (1920×1080), una frequenza di aggiornamento di 240 Hz, un tempo di risposta di 1 m/s, ed una luminosità di 320 cd/m2.Oltre a ciò, dispone di funzionalità focalizzate sul gaming come la tecnologia Dynamic Accuracy di Zowie, la tecnologia Black eQualizer, una cornice LCD che è stata ideata per ridurre il riflesso luminoso dallo schermo, e persino degli scudi sui lati del monitor per eliminare eventuali distrazioni.

È forse questo il monitor perfetto per dei veri giocatori di eSports?

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P3: Che impatto può avere un display P3 sul tuo workflow?

2 Febbraio 2020 di Enzo 1 Comment

Un monitor che supporta lo spazio colore P3 è un monitor wide gamut.

Alcuni nuovi display supportano lo spazio colore P3, che è molto diverso da sRGB e Adobe RGB, i due spazi colore che i designer e i fotografi hanno usato per anni. P3 rappresenta un miglioramento o una complicazione? Tutti e due.

Cosa sono gli spazi colore?

Uno spazio colore, o gamut, è un insieme di colori. Lo spazio colore sRGB è ampiamente usato per i file grafici, i display, le stampanti e altri dispositivi. Quasi tutti i display possono riprodurre sRGB o qualcosa che gli si avvicini molto. Questo spazio colore permette di creare delle stampe a colori di buona qualità. sRGB, insomma, è un pratico punto di riferimento.

Molti professionisti lavorano con lo spazio colori Adobe RGB perché è notevolmente più ampio di sRGB. Adobe RGB permette a macchine fotografiche professionali, scanner e stampanti di riprodurre una gamma di colori più vasta. Uno schermo che può riprodurre un gamut più ampio di sRGB viene definito display wide gamut..

display P3

Adobe RGB viene definito wide gamut proprio perché può riprodurre una gamma di colori più vasta di quella di sRGB. (Basato su un grafico colore dell’app ColorSync di Apple.)

Cos’è P3?

Ora sono disponibili display che supportano lo spazio colore P3. Come Adobe RGB, P3 è un’alternativa wide gamut a sRGB. DCI-P3 è nato come standard per le videocamere digitali, essendo basato sulla gamma di colori che può essere riprodotta dai proiettori digitali usati nei cinema. Apple ha creato la sua versione di questo spazio colore chiamata Display P3, che è adatta ai display dei computer ed è compatibile sRGB. Forse stai già usando un display P3 display; alcuni dei dispositivi Apple più recenti, come gli iMac, i MacBook Pro, gli iPad Pro e alcuni modelli di iPhone usano proprio questo spazio colore. Ma P3 non è riservato solo ai prodotti Apple. Anche Microsoft ha equipaggiato il suo Surface Studio con un display P3.

I confronti di questo articolo si basano sul profilo colore Display P3 incluso nei Mac più recenti.

Un confronto fra P3, Adobe RGB e sRGB.

Adobe RGB e P3 sono più ampi di sRGB e hanno molti colori in comune. Adobe RGB ha un’estensione maggiore nelle aree dei blu e dei verdi, mentre P3 in quelle dei gialli e dei rossi.

display P3

Adobe RGB e Apple Display P3 hanno un’ampiezza simile se paragonata a quella di sRGB.

Per i workflow di stampa, Adobe RGB è più allineato con gli spazi colore di prestampa. Non è una sorpresa: Adobe RGB è stato creato anche perché Adobe voleva avere uno spazio colore RGB che includesse i colori CMYK che non possono essere riprodotti da sRGB. La differenza, quindi, la fa soprattutto lo standard CMYK che usi in genere. Un display Adobe RGB ha un vantaggio su P3 nella copertura di alcune tonalità di ciano, ma se al momento stai usando un display sRGB, ricorda che uno schermo che supporta P3 sarà comunque in grado di mostrarti un’area dello spazio colore CMYK più ampia rispetto a quella che puoi vedere ora.

display P3

Un display P3 o Adobe RGB può riprodurre più colori dello standard FOGRA39 CMYK rispetto ad uno schermo sRGB, ma Adobe RGB è probabilmente la scelta più adatta.

Ma non esiste un unico metodo di stampa. Alcune stampanti fotografiche a getto di inchiostro di alta qualità possono riprodurre colori che le stampe tipiche e i display sRGB non sono in grado di riprodurre. Dall’illustrazione seguente, risulta evidente che i display P3 e Adobe RGB sono in grado di riprodurre quasi perfettamente il gamut che risulta dalla combinazione di stampante, carta fotografica e inchiostro usato; un display sRGB, invece, non è in grado di riprodurre molti dei colori inclusi nel gamut della stampante.

display P3

Sia i display P3 che Adobe RGB possono riprodurre buona parte del gamut della stampante Epson Stylus Pro 3880 su carta fotografica Epson Exhibition Fiber, mentre un display sRGB non è in grado di copire la gamma di colori della stampante per intero.

Come si inserisce un P3 Display in un workflow di produzione

Per fortuna, lavorare con un display P3 non è molto diverso da usare uno schermo Adobe RGB o sRGB. Le applicazioni che supportano la gestione del colore come Adobe Photoshop, Adobe Photoshop Lightroom, e Adobe InDesign usano automaticamente il profilo display selezionato nelle preferenze di sistema del tuo PC Mac o Windows. Con un display P3 non ci saranno problemi se si usa un profilo che descrive accuratamente il display. Se alle immagini e agli altri documenti viene assegnato un profilo colore adatto, le app che supportano la gestione del colore potranno riprodurre i colori in maniera uniforme su un display P3.

Probabilmente non ci sarà bisogno di cambiare le impostazioni in “Modifica > Impostazioni colore” su Photoshop, InDesign, o Illustrator. Il modo in cui configuri le impostazioni per il colore dovrebbe basarsi sul tuo workflow di produzione, e non sul display che stai usando.

Se si usano browser, applicazioni per l’editing di video o per il web design che non supportano la gestione del colore, la situazione si complica. Sugli schermi P3 o Adobe RGB le applicazioni che non supportano la gestione del colore potrebbero mostrare colori troppo saturati, visto che gli sviluppatori danno per scontato che il display usi sRGB.

Alcuni monitor wide gamut ti permettono di limitare il gamut a sRGB su uno specifico monitor, indipendentemente dal computer che stai usando. Questo può essere un buon modo per prevenire i colori troppo saturati nei workflow che non supportano la gestione del colore. Ci sono però dei display wide gamut, come per esempio gli schermi Apple P3, che non offrono questa opzione. Un’altra soluzione possibile è connettere un display sRGB poco costoso al tuo computer e visualizzare i contenuti che non supportano la gestione del colore su quel display.

I display wide gamut sono qui per rimanere

In passato, i problemi che si possono riscontrare usando un display wide gamut riguardavano solo i pochi utenti che sceglievano consapevolmente di comprare un monitor Adobe RGB. Ma ora che i display Adobe RGB costano meno, e che Apple e Microsoft stanno vendendo milioni di dispositivi con display P3, i wide gamut stanno diventando sempre più diffusi.

Per quanto riguarda la gestione del colore, i dispositivi mobili non sono avanzati quanto i computer desktop. È in virtù di questo che a partire da iOS 9.3 Apple ha introdotto un sistema di gestione dei colori basato su ColorSync, il sistema di gestione dei colori che i Mac usano da anni. La gestione dei colori di iOS aiuta gli utenti a riprodurre colori in maniera uniforme sui dispositivi iOS con display P3 wide gamut. In Android, invece, la gestione dei colori non è stata ancora implementata.

Lo standard attuale per HDTV usa sRGB, ma anche questo sta cambiando, visto che le tecnologie video si stanno rapidamente spostando oltre l’attuale standard HDTV a 1080p (2K) verso risoluzioni 4K e 8K, high dynamic range e colori wide gamut. Il nuovo standard Ultra HD Premium incorpora tutte queste funzioni più avanzate. DCI-P3 è lo spazio colore per lo standard Ultra HD Premium. Al momento, P3 è pensato soprattutto per le proiezioni, mentre la televisione di massa e i workflow video prima o poi rimpiazzeranno sRGB con wide gamut P3.

Per anni è stato possibile evitare di occuparsi di gestione del colore partendo dal presupposto che l’sRGB sarebbe stato visualizzato in maniera “decente” su qualsiasi dispositivo. Ora che i display wide gamut sono sempre più diffusi, questo presupposto non è più valido. Durante questa transizione da sRGB al wide gamut, sapere come riuscire a mantenere uniformi i colori sui dispositivi che usano questi due standard diventa un’abilità essenziale.

Un display P3 Display è migliore di uno sRGB

Se al momento usi un display sRGB display, acquistare uno schermo P3 rappresenterà sicuramente un bel passo in avanti. Questo standard, infatti, riproduce uno spazio colore più ampio di sRGB, e non si discosta troppo da Adobe RGB. Se il tuo workflow supporta la gestione del colore, il gamut colore P3 non dovrebbe complicarti troppo la vita, esattamente come accade con Adobe RGB. Se hai un po’ d’esperienza con la gestione del colore e dei profili, poi, sei già sulla buona strada.

(Nota: le illustrazioni usate in questo articolo sono utili per esemplificare, ma bisogna tenere a mente che in realtà confrontare due gamut è un’operazione molto complessa e che occuperebbe molto più spazio. Per esempio, la dimensione e la forma di un gamut cambiano in base alla luminosità dei colori. Le illustrazioni qui presentate sono degli adattamenti 2D di grafici 3D tratti dall’utility ColorSync di Apple.)

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Recensione del Asus ROG Swift PG27UQ

26 Gennaio 2020 di Enzo Leave a Comment

Pro:

  • Tecnologia G-Sync HDR
  • Immagini splendide
  • Ampio spazio colore
Contro:
  • Il prezzo
  • Ha bisogno di una scheda video potente

Asus ROG Swift PG27UQ

Se esistesse una lista dei monitor che hanno tutte le caratteristiche che i gamer potrebbero desiderare, l’Asus ROG Swift PG27UQ ne farebbe sicuramente parte. Questo monitor è il cugino un po’ più ricco del ROG Swift PG279Q, uno dei migliori monitor per il gaming, che rinuncia alla base tradizionale e opta per un tripode “alieno” che proietterà il logo di ROG sulla tua scrivania come un faro. Il look aggressivo completa una lista di specifiche estreme, disponibili ad un prezzo congruo. Il gaming 4K e tutti le altre chicche incluse in questo dispositivo valgono sicuramente un extra.

Oltre ad una risoluzione massima di 3840×2160, questo schermo per il gaming da 27 pollici offre anche un refresh rate overcloccabile di 144Hz (120Hz nativi). Ha un aspect ratio di 16:9,supporta la tecnologia G-Sync HDR di Nvidia e ha una luminanza di picco di 1000 nit. Il pannello è un IPS Quantum Dot IPS con gamut wide-color DCI-P3, uno spazio colori più ampio del 25% rispetto a quello degli schermi sRGB.

E non è tutto, visto che Asus ROG Swift PG27UQ offre anche un’ampia gamma di opzioni per la connettività: Display Port 1.4, HDMI 2.0, e un hub USB. Il PG27UQ può anche essere ruotato su quasi tutti gli assi, e ti permetterà di regolare l’altezza, l’inclinazione, e perfino di mettere lo schermo in verticale. Il monitor ha un’illuminazione RGB integrata nel logo sul retro, ed è compatibile con Aura Sync, quindi sei hai altri componenti hardware Asus RGB potrai farli illuminare con tutti i colori dell’arcobaleno. L’unico potenziale difetto è il tempo di risposta di 4ms, ma credo che sia meglio sacrificare un po’ di tempo di risposta pur di non essere costretti ad usare un panello TN.

Funzionalità extra a parte, potrai usare questo monitor non solo per il gaming, visto che ha i colori giusti e delle funzioni adatte all’editing professionale di foto e video. Ma perché spendere più di 1900€ per un monitor 4K per un monitor per il gaming se non hai una scheda video in grado di spingere la grafica dei tuoi giochi al massimo? E anche in quel caso, giocando con le impostazioni migliori possibili e il Ray Tracing disattivato potresti ritrovarti a tirare avanti con 60fps.

Ad esempio, l’Nvidia RTX 2080 Ti, la migliore scheda video attualmente disponibile, ti garantirà una media di 64 fps con titoli come Assassin’s Creed Odyssey e Shadow of the Tomb Raider giocati a 4K e usando le impostazioni grafiche massime. Una scheda video poco meno potente ti impedirà di sfruttare al meglio le potenzialità di questo monitor in tutti i giochi più esigenti. L’Asus ROG Swift PG27UQ, insomma, è un monitor estremo adatto a configurazioni estreme, ma se hai un po’ di soldi da spendere e vuoi il meglio del meglio, rappresenta sicuramente un buon investimento. È improbabile che nei prossimi cinque anni venga lanciato un monitor migliore.

Asus ROG Swift PG27UQ

Metro Exodus, HDR disattivato (4K su Ultra)

Asus ROG Swift PG27UQ

Metro Exodus, HDR attivo (4K su Ultra)

L’HDR e il display Quantum Dot IPS display fanno spiccare questo monitor sulla concorrenza. Con l’HDR attivo, la grafica guadagna un notevole dinamismo a qualsiasi risoluzione, anche se il vantaggio è più evidente in 4K. Le ombre in genere non sono troppo scure, e le scene luminose non sono accecanti. Il PG27UQ eccelle soprattutto con i titoli più realistici come Metro Exodus e Outlast 2 con l’HDR attivo, e in alcuni casi la luce è paragonabile a quella di un dispositivo con Ray Tracing. A seconda dell’illuminazione interna di un gioco, comunque, potrebbe essere difficile distinguere alcuni dettagli. I giochi dai colori più luminosi sono quelli che fanno risaltare di più le potenzialità dell’Asus ROG Swift PG27UQ.

I display IPS, in generale, ti permettono di guardare allo schermo da più angolazioni senza che la qualità dei colori ne risenta, ma la tecnologia Quantum Dot aggiunge una maggiore retroilluminazione ai LED, che consente di poter disporre di un gamut più ampio. Inoltre, il refresh rate a 144Hz combinato con la tecnologia G-Sync contribuisce a creare un’esperienza di gioco fluidissima. Durante il gioco non si sono mai verificati casi di screen tearing o micro stuttering. Ovviamente dovrai overcloccare il monitor per arrivare ai 144Hz (usando il menu OSD del display), ma anche il supporto nativo a 120Hz non è male. A 4K e con l’hardware attualmente disponibile, è improbabile che un gioco riesca a raggiungere i 120 fps.

L’Asus ROG Swift PG27UQ costa quanto un buon computer di fascia media o uno di fascia alta, ma le sue specifiche valgono sicuramente il prezzo. Questo monitor è sul mercato da almeno un anno, ma è ancora un’offerta di altissimo livello. L’unico monitor in grado di competere con l’Asus ROG Swift PG27UQ è l’Acer Predator X27, che ha le stesse caratteristiche di base, ma ha una base diversa e un prezzo più alto.

Per sfruttare tutta la potenza di questo monitor sarà necessaria una GPU di ottimo livello, e l’ideale sarebbbe una GeForce, visto che negli altri casi G-Sync non funzionerebbe. Disponendo dell’hardware appropriato e con il refresh rate sincronizzato al tuo framerate, sia esso di 40 fps o 144 fps, i giochi partiranno senza intoppi. Se miri ad ottenere i framerate massimi per le tue sessioni di gaming competitivo, è meglio optare per un display con una risoluzione di 1080p. Usare questo monitor a 1080p con impostazioni basse o medie solo per raggiungere i 144 fps sarebbe uno spreco di denaro. Ma questo è un monitor adatto non solo per giocare.

Se punti in alto, questo monitor è il migliore attualmente disponibile sul mercato. Oltre al gaming, il PG27UQ è adatto anche per la produttività e l’editing di foto e video. Potrai godere di un’alta risoluzione e di colori profondi, e per quanto riguarda le tue esigenze in fatto di gaming, non dovrai più preoccuparti per un bel po’ di anni.

Il verdetto finale

Con l’Asus ROG Swift PG27UQ otterrai un monitor all’altezza del suo prezzo, visto che in questo caso il costo elevato si traduce in una pletora di specifiche di alto livello. Questo monitor non è adatto a tutti i gamer, ma se il lusso potesse essere rappresentato da un monitor per il PC, il fortunato sarebbe proprio l’Asus ROG Swift PG27UQ.

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LG 34GK950F Recensione – 144Hz QHD Nano IPS Ultrawide con FreeSync 2

26 Gennaio 2020 di Enzo Leave a Comment

Il monitor LG 34GK950F è uno dei primi schermi ultrawide ad offrire un refresh rate di 144Hz, al quale si aggiunge una risoluzione di 3440 x 1440. C’è una grande domanda di monitor QHD da 21:9 pensati per il gaming che possano garantire un refresh rate più alto dei 120Hz attualmente offerti da monitor come l’Acer X34P o l’Alienware AW3418HW. Lo schermo LG34GK950F surclassa la concorrenza grazie alla tecnologia Nano IPS di LG, che lo rende sicuramente degno di attenzione.

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Design e caratteristiche

Il monitor LG 34GK950F mantiene l’estetica dell’LG 27GK750F e del  32GK850G, che è caratterizzata da linee eleganti e colore nero opaco con dettagli rossi. Il design è frameless, anche se in realtà il monitor è formato da due strati, uno esterno rigido e uno interno e più sottile. Il joystick è posizionato sotto il bordo inferiore del monitor, al centro esatto, quindi per poter modificare le impostazioni non sarà necessario dover raggiungere la parte posteriore del dispositivo.

L’LG 34GK950F ha un design sottile che fa sì che la dimensione dello schermo sia la sua caratteristica più notevole. Una volta assemblato, visto di lato il monitor può sembrare tutt’altro che sottile, ma in realtà è solo un effetto ottico dovuto alla curvatura. Anche i piedi della base sono sottili, permettendo allo schermo di occupare meno spazio sulla tua scrivania nonostante la sua ampiezza.

Sulla parte posteriore dello chassis dell’LG 34GK950F c’è un pannello circolare che ospita le ventole, e che è delimitato da un anello rosso lucido che conferisce a questo monitor lo stile tipico dei prodotti pensati per il gaming. Negli schermi LG con G-Sync questo add-on si chiama Sphere Lighting, visto che i vari slot sono occupati da LED RGB. Il modello che stiamo recensendo, purtroppo, non include l’illuminazione, visto che è un’opzione più economica e quindi di fascia inferiore.

Abbiamo però apprezzato la qualità dei materiali con il quale l’LG34GK950F è stato prodotto, e in merito sembra proprio che LG non abbia badato a spese. La plastica dell’involucro è robusta, ma lo schermo non ha un peso eccessivo. Nonostante qualche lieve traballio, è possibile regolare la posizione dello schermo in modo molto preciso, e durante l’utilizzo il monitor non scricchiola né emette ronzii.

Essendo uno schermo FreeSync, l’LG 34GK950F non ha restrizioni per quel che riguarda la connettività. Il monitor include una DisplayPort 1.4 per i segnali video HDR e due porte HDMI 2.0. Ci sono anche due porte USB 3.0 per i tuoi accessori, anche se mancano degli altoparlanti.

Nonostante la sua linea sottile, l’LG 34GK950F è comunque un display imponente che ha bisogno di uno stand resistente e funzionale. La base inclusa nella confezione ha dettagli rossi e un supporto telescopico che permette di regolare altezza, inclinazione e angolazione. Potresti sostituirla con un supporto VESA, ma noi crediamo ci siano pochi motivi per farlo.

Display e prestazioni

Lo schermo LG 34GK950F ha un pannello Nano IPS da 34 pollici con una risoluzione di 3440 x 1440, un refresh rate nativo di 144Hz, e un tempo di risposta di 5ms. La transizione dei pixel del pannello IPS può essere velocizzata grazie all’MPRT overdrive da 1ms incluso. Questo schermo è riuscito ad ottenere una certificazione HDR400 grazie alla retroilluminazione da 400cd/m2 e ad un rapporto di contrasto di 1000:1.

Lo schermo IPS di questo modello ha una copertura opaca antiriflesso che secondo LG non rende sgranata l’immagine e non danneggia la luminosità dei colori. Va aggiunto anche che l’LG 34GK950F ha un raggio di curvatura di 1900r che dovrebbe aiutare a evitare la distorsione delle immagini senza però sacrificare quegli effetti che rendono la visione più immersiva.

Il termine Nano IPS è stato coniato per designare i pannelli WLED KSF al fosforo che coprono il 98% dello spazio colori DCI-P3. Questo volume si traduce in un’impressionante copertura del 135% del gamut sRGB, che è estremamente vibrante e saturato, rendendo lo schermo perfetto per HDR. Il pannello dell’LG 34GK950F supporta anche i colori a 10 bit (FRC), il che migliora la qualità delle immagini HDR riprodotte.

I test effettuati usando un colorimetro rivelano che l’LG 34GK950F è in grado di garantire colori vibranti grazie ad una copertura del 132% dello spazio colore sRGB, e del 97% di DCI-P3. Questi risultati sono praticamente in linea con le prestazioni HDR-ready pubblicizzata dal produttore. Questa caratteristica si traduce in uno schermo con toni e ombre vibranti, perfetto per un’esperienza di gioco immersiva e per dei lavori grafici di base.

Leggi di più: Spazi colore: sRGB vs. Adobe RGB vs. DCI-P3 vs. Rec.2020

Nonostante l’eccellente output, l’accuratezza cromatica del monitor LG 34GK950F è di circa 2,9. Questo valore non è poi così male, ma non è quello che ci si aspetterebbe da un monitor che ha ricevuto una calibrazione di fabbrica completa di certificato di garanzia. Puoi passare alla modalità sRGB per ridurre il DE a 1,3, anche se dovrai rinunciare ad un po’ di luminosità, e sarà necessario mettere mano alle impostazioni.

Potresti anche provare ad usare un colorimetro, come per esempio il DataColor Spyder Elite, che sarà in grado di spingere il DE dell’LG 34GK950F ad un valore di 0,3. Questo risultato è uno dei migliori che abbiamo mai visto, ma toccherà a te decidere se è il caso di sborsare altri soldi per acquistare questo extra. Usare un colorimetro bilancerà lo schermo senza dover rinunciare alla luminosità dei colori.

Un’altra ottima caratteristica dell’LG 34GK950F è il suo Gamma, che durante i nostri test si è attestato a 2,2. Il contrasto, che ha un valore predefinito di 950:1, è buono, ma usando il colorimetro si può migliorare l’output portandolo a 1020:1. Abbina i colori eccellenti a neri profondi, ed otterrai un ottimo monitor.

Uno dei limiti dell’LG 34GK950F è la sua retroilluminazione, che è fantastica per i contenuti SDR, ma è insufficiente per quelli HDR. La retroilluminazione raggiunge solo i 395cd/m2 che sono un po’ pochi per lo standard HDR400. Ad ogni modo, questo aspetto del monitor non è altro che un’altra impostazione con il quale fare qualche esperimento per controllare se la grafica dei tuoi giochi ne trarrà qualche beneficio.

Potrebbero esserci dei leggeri miglioramenti per quel che riguarda la qualità della grafica dei giochi che supportano HDR, come per esempio Battlefield V, ma anche questo non è sempre vero. All’HDR400 manca purtroppo la grinta di monitor come il Philips 436M6VBPAB o l’Asus PG27UQ. Ci sono effetti aggiuntivi, certo, ma la profondità extra e gli effetti di luce non possono essere paragonati.

Il monitor LG 34GK950F che abbiamo provato ha avuto delle performance piuttosto uniformi, visto che non ci sono state variazioni notevoli. I colori seguono fedelmente lo standard D65, mentre le differenze nella luminosità dello schermo si sono attestate al 10%. Abbiamo notato un po’ di backlight bleeding sugli angoli del pannello quando si visualizza un’immagine scura, ma questo in generale non dovrebbe essere un problema.

L’LG 34GK950F ha un supporto nativo per i 144Hz, che è un notevole passo in avanti per la categoria dei monitor ultrawide. Nonostante questo, durante i test eseguiti usando dei titoli FPS come PUBG e BFV, abbiamo comunque notato un effetto scia piuttosto accentuato durante gli scatti e le scene particolarmente veloci. Per fortuna questo monitor include un overdrive che funziona meglio quando è impostato al livello massimo.

L’LG 34GK950F ha anche una funzione di Motion Blur Reduction, nota anche come Backlight strobing. Noi però non abbiamo sentito il bisogno di usarla, visto che il pannello del monitor è perfettamente in grado di gestire il movimento. Disattivando questa funzione, inoltre, non dovrai avere a che fare con la riduzione della retroilluminazione.

Scegliendo di attivare il Backlight strobing, invece, la persistenza delle immagini e le scie verranno neutralizzate quasi del tutto Siamo anche stati sorpresi dal fatto che impostare il booster al massimo non causa l’overshoot, il che è piuttosto raro. L’LG 34GK950F è fantastico per il gaming FPS competitivo, nonostante sia poco adatto ai titoli più immersivi.

Ovviamente, l’input lag è un fattore molto importante per questo tipo di utilizzo, durante il quale è essenziale evitare rallentamenti. A causa dell’input lag di 10ms, l’LG 34GK950F non è veloce come gli altri monitor ultrawide come l’Alienware AW3418DW, e si posiziona al centro della categoria dei monitor ultrawide di fascia alta. Bisogna però considerare anche che la maggior parte degli utenti non è in grado di notare dei rallentamenti di questo tipo.

Per concludere, l’LG 34GK950F è compatibile con FreeSync 2, e in HDR è in grado garantire un’esperienza di gioco liscia come l’olio. Il refresh rate variabile va dai 55Hz ai 144Hz, che è un po’ meno di quello che ci saremmo aspettati, ma è sufficiente nella maggior parte delle situazioni. Nota che per poter sfruttare al massimo questo monitor avrai bisogno di una scheda video potente come la AMD Vega 64.

I nostri pensieri sull’LG 34GK950F

L’LG 34GK950F è una proposta fantastica ed interessante,soprattutto grazie al suo eccezionale pannello Nano-IPS. Dopo la calibrazione, la copertura dei colori e l’accuratezza cromatica sono incredibili, mentre il gamma dello schermo ed il contrasto conferiscono una maggiore profondità ai colori visualizzati. Le impostazioni di fabbrica sono un po’ carenti, ma sono comunque accettabili se hai intenzione di usare questo prodotto unicamente per il gaming.

Amiamo questo monitor, ma c’è comunque qualche piccolo problema come la base un po’ traballante e l’input lag piuttosto alto. Nonostante tutto,l’LG 34GK950F resta un prodotto consigliato, visto che la maggior parte degli utenti non sarebbe in grado di notare questi problemi durante le sessioni di gioco. In generale, l’LG 34GK950F è un monitor fantastico che vale il tuo denaro.

Aggiornamento: L’ultimo aggiornamento del firmware riduce l’input lag a meno di 1ms, ed estende ulteriormente l’intervallo del Freesync a 48-144Hz.

Leggi di più:
Monitor G-Sync vs. FreeSync vs. G-Sync Compatible
Monitor per Fotografia
Miglior Monitor da Gaming

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Qual è la dimensione del monitor che fa al caso tuo? È meglio usare uno schermo singolo o più schermi?

26 Gennaio 2020 di Enzo 3 Comments

Ora che conosci il mio approccio riguardo la scelta di un monitor per l’editing di foto o video, che si basa sul livello d’esperienza dell’utente, mi concentrerò sul primo criterio da tenere in conto quando si sceglie un monitor, ovvero la sua dimensione. La seconda questione da affrontare riguarda il numero di schermi: perché scegliere due monitor da 24 pollici e non un display singolo da 27?

Dimensione dello schermo: da 21 a 49 pollici…?

Quando si sceglie un nuovo monitor, questi sono i quattro criteri che io credo si dovrebbero tenere a mente:

  • La dimensione fisica dello schermo (in parole semplici, il monitor è adatto alla tua scrivania?),
  • La definizione (il numero dei pixel)
  • Il formato: panoramico o classico,
  • Infine, la sua risoluzione (ossia i ppi, pixel per pollice)

La dimensione fisica: da 21 fino 49 pollici “panoramici”

Più grande è lo schermo, più spazio sarà disponibile per le tue immagini e gli strumenti che ti servono per lavorare comodamente, è ovvio, specialmente quando usi un software per l’editing di foto o video. Ma sulla tua scrivania c’è abbastanza spazio per uno schermo del genere? Uno schermo di 27 pollici è più largo di uno da 24, e la larghezza di uno schermo panoramico da 49″ supera i 120cm, pur mantenendo un’altezza “ragionevole”!

Il vantaggio degli schermi panoramici: Uno schermo panoramico offre quindi lo stesso vantaggio che si ha usando più schermi, ossia: ci sarà possibile visualizzare più finestre di un software l’una affianco all’altra e più barre strumenti di Photoshop, lasciando al contempo abbastanza spazio per l’immagine o il video sul quale si sta lavorando. Usare uno schermo singolo, inoltre, vuol dire che visualizzerai un singolo output della scheda video, e che dovrai eseguire un’unica calibrazione.

  • Tanto spazio per le immagini anche quando si tengono aperte più finestre
  • Visualizzerai un unico output della tua scheda video,
  • Dovrai eseguire un’unica calibrazione!

la dimensione del monitor

Definizione dello schermo in pixel

Più grande è lo schermo, più spazio sarà disponibile per le tue immagini e gli strumenti che ti servono per lavorare comodamente, è ovvio, specialmente quando si usano software per l’editing di foto e video. Uno schermo da 27 o 32 pollici è la scelta più adatta per lavorare comodamente, come dimostrato da questo esempio: la maggior parte degli schermi da 27″ e tutti gli schermi da 32″ (senza panning e non 4K) dispongono di 2560 pixel orizzontali. Questo vuol dire che ci sarà spazio sufficiente per visualizzare due barre strumenti di Photoshop mantenendo uno spazio di 1900 pixel per la tua immagine, ossia lo stesso numero di pixel orizzontali di uno schermo 24”. Usare due barre strumenti di Photoshop su un display 24″ ridurrebbe significativamente lo spazio che puoi dedicare all’immagine, come puoi vedere nell’immagine sottostante!

la dimensione del monitor

Se visualizzi due barre degli strumenti su questo schermo 24 pollici da 1920 x 1200 pixel, non rimarrà molto spazio per modificare la tua immagine.

Nota sugli schermi panoramici: Gli schermi da 29 fino a 49 pollici dispongono di 2560 o 3440 pixel orizzontali. Su un display da 49” sarà quindi possibile visualizzare quattro barre strumenti di Photoshop mantenendo liberi più di 2000 pixel per l’immagine da modificare: davvero molto comodo!

Il mio consiglio: Se vuoi acquistare un unico monitor, e se il tuo budget e lo spazio libero sulla scrivania lo consentono, opta per un monitor di almeno 27″ e 2560 pixel orizzontali. Uno schermo da 24 pollici ti andrebbe stretto dopo poco, specialmente se usi Photoshop. Se non sai se scegliere uno schermo da 27”o uno da 30”, entrambi con 2560 pixel orizzontali, sappi che nel secondo caso i pixel saranno un po’ più grandi (come in uno schermo da 24 pollici Full HD), e che perciò i testi saranno più leggibili. La differenza fra due schermi di questo tipo, quindi, sarà solo la comodità di lettura. Personalmente, io apprezzo molto la dimensione dei testi visualizzati su uno schermo 24” Full HD o 30” QHD. Trovo che i caratteri visualizzati su uno schermo 27” siano un po’ troppo piccoli. D’altra parte, (ed è proprio questo il prossimo argomento) su un monitor da 27”i pixel sono quasi invisibili, su uno schermo da 4K, invece, no. La scelta, quindi, dipende principalmente dai tuoi gusti personali…

Risoluzione del monitor: i famosi ppi (pixel per pollice)!

Il pitch (o passo) di uno schermo rappresenta la distanza fra il centro di due pixel. Il pitch si aggira intorno ai 0,27mm negli schermi non 4K, mentre in un display 4K questo valore si dimezza, come approfondiremo in seguto:

  • Schermo 24” Full HD 1920 x 1200 o 1920 x 1080 = 94 ppi
  • Schermo 27” QHD di 2560 x 1600 o 2560 x 1440 = 110 ppi
  • Schermo 30” QHD 2560 x 1600 o 2560 x 1400 = 94 ppi

Nota: Visto che il numero di pixel è lo stesso, la scelta fra uno schermo da 27” e uno schermo da 30” dipenderà unicamente dalla risoluzione dello schermo, e quindi dalla comodità di lettura dei testi! In altre parole, lo spazio del quale la tua immagine potrà disporre sull’interfaccia del software che usi sarà lo stesso in entrambi i casi, ma su uno schermo da 30 o 32 pollici risulterà leggermente ingrandita. A 0,27 mm (94 ppi), si può distinguere il pixel a 70 cm dallo schermo, che è la distanza media alla quale ci sediamo di fronte ad un monitor. Per molti anni questo è stato un valore più che soddisfacente, ma la tendenza attuale (positiva per gli occhi ma non per il portafogli) è ridurre la distanza fra i pixel con l’avvento di tecnologie quali il 4K. Le televisioni 4K, i monitor e soprattutto i nostri smartphone hanno schermi dalle risoluzioni sempre più alte, e il pitch si è ridotto talmente tanto da essere diventato ormai praticamente invisibile. Il risultato è un miglioramento visibile della qualità delle immagini visualizzate, che hanno dettagli più definiti e gradienti progressivi, come si può vedere nell’immagine sottostante:

la dimensione del monitor

Nell’immagine a sinistra il passo dei pixel è visibile se ci si avvicina allo schermo, mentre in quella a destra, che ha una definizione doppia, il passo diventa invisibile e il testo viene visualizzato in modo molto nitido.

Ma alla fine del 2019, a causa di alcuni software obsoleti la cui interfaccia non è stata aggiornata tenendo conto delle definizione degli schermi più moderni, possono verificarsi gravi problemi per la visualizzazione dei testi! A volte i caratteri sono talmente piccoli da essere praticamente illeggibili! I software ai quali ci stiamo riferendo sono stati programmati quando gli schermi avevano un ppi “standard” di 94, ovvero quello di un monitor da 24 pollici Full HD (1920 x 1200). In quel periodo gli sviluppatori sceglievano per le proprie interfacce caratteri con un’altezza di 12 o 14 pixel, che erano quindi perfettamente leggibili.

la dimensione del monitor

Display 100% su uno schermo QHD. I testi sono perfettamente leggibili.

Sugli schermi da 27″ con una risoluzione leggermente più alta, i testi dei menu diventano un po’ piccoli, il che poteva infastidire qualche utente, ma la situazione era ancora accettabile. Con l’avvento del 4K, i caratteri usati nei menu dei software non aggiornati sono diventati “automaticamente” minuscoli, un po’ come nell’illustrazione sottostante:

la dimensione del monitor

Display 100% su uno schermo 4K. Il software non è stato ottimizzato. I caratteri sono davvero piccoli…

Nota: Visto che gli schermi 4K (dei quali abbiamo parlato anche in questo post) stanno invadendo gli scaffali, nel 2019 alcuni sistemi operativi (Windows 10 e MacOS inclusi) si sono adattati a questa novità, ma ci sono ancora dei software, alcuni dei quali sono anche famosi e largamente usati, che non supportano questo standard. Credo e spero, comunque, che questa nota diventi obsoleta per la fine del 2019… Ci siamo quasi, ma potrebbe ancora esserci qualche sorpresa poco piacevole.

Schermo singolo o più schermi?

Credo che una volta provato quanto sia comodo avere più schermi, è praticamente impossibile tornare indietro… E non è detto che il costo sia necessariamente maggiore. Ecco perché.

Schermo singolo

Fra due monitor della stessa gamma, uno da 24 e l’altro da 27 pollici, ci sono almeno 250€ di differenza. Quando si parla di monitor di fascia alta, invece, questa differenza può superare i 450€. A te i calcoli! Se hai intenzione di lavorare con l’editing di foto su un unico schermo, è meglio optare per uno schermo di almeno 27″, a meno che tu non abbia intenzione di soccombere ad uno dei nuovi schermi panoramici. Il Dell Ultrasharp U2715H, per esempio, costa circa 300€.

  1. Vantaggi: Prezzo (nonostante tutto!) – Spazio sulla scrivania – Fatta eccezione per il 4K, al giorno d’oggi possono adattarsi a qualsiasi dispositivo, anche al tuo laptop.
  2. Svantaggi: A meno che tu non scelga un monitor da 30″, avrai sempre bisogno di spostare le varie finestre dei software. Con Photoshop, per esempio, non è possibile aprire più barre strumenti senza ridurre al minimo lo spazio lasciato all’immagine come puoi vedere dall’immagine sottostante, che raffigura uno schermo 24″.
  3. la dimensione del monitor

Aprendo due barre strumenti di Photoshop su un monitor di 24”, alla tua immagine rimarranno solo 1300 pixel di spazio… Non molto comodo!

Il più grande svantaggio dello schermo singolo (fatta eccezione per gli schermi panoramici) è quindi l’impossibilità di aprire più barre degli strumenti di Photoshop, ad esempio, senza rendere più scomodo l’editing dell’immagine, e questo è vero soprattutto per gli schermi a 24″. È inutile specificare che usando uno schermo da 27” la situazione è più facile, visto che in questo caso pur aprendo due barre strumenti per l’immagine rimarranno ben 1900 pixel, ossia l’equivalente di un intero schermo 24 pollici. Nonostante ciò, usare uno schermo da 27 pollici non sarà mai comodo quanto usare uno schermo panoramico o più schermi contemporaneamente.

la dimensione del monitor Caso speciale: i nuovi schermi panoramici – I monitor panoramici a 29” possono essere un po’ fuorvianti, visto che occupano un bel po’ di spazio ma dispongono di “soli” 2560 pixel orizzontali, gli stessi di un monitor 27 pollici “normale”‘. Quindi, in pratica, il problema rimane lo stesso, e ci sarà sempre più spazio su due schermi da 24” (1920 x 2 = 3840 pixel, gli stessi di un monitor 4K ma senza gli svantaggi ancora presenti all’inizio del 2019, come ho specificato anche nel mio articolo dedicato al passaggio al 4K). Se hai intenzione di passare ad uno schermo panoramico, quindi, è preferibile optare per un monitor 34” WQHD o 3440 x 1440.

Schermi multipli

Io sono un adepto degli schermi multipli, visto che ne uso tre (un monitor di fascia alta, l’Eizo CS2420, “circondato” da due monitor “di fascia bassa” che mi piacciono un sacco e che consiglio senza ritegno a chiunque non disponga di un grande budget, ossia il Dell P2419H con pannello IPS). Personalmente, trovo molto interessante e perfino gratificante dover scegliere uno schermo principale di 24″ di qualità e due altri schermi di fascia più bassa, che usino sRGB per navigare su internet più agevolmente, e che abbiano una dimensione di 23 o 24 pollici per permetterti di avere più spazio di lavoro e di suddividere al meglio le finestre dei software. Nel caso di una configurazione a due schermi, opterei per due schermi da 27 pollici.

la dimensione del monitor

  • Pro: lo schermo principale può essere di “soli” 24 pollici, permettendoti di comprare uno schermo di ottima qualità per un prezzo ragionevole se paragonato a quello di un monitor di 30 pollici di fascia alta. Potrai tenere aperte più finestre o più barre strumenti allo stesso tempo, e sul terzo monitor potresti visualizzare il browser e la tua casella email senza dover ridurre la finestra del software principale. Davvero comodo!
  • Contro: i principali sono due: lo spazio occupato sulla scrivania – tre schermi da 24 pollici messi l’uno affianco all’altro occupano circa 1,50m di lunghezza – e il fatto che la scheda video debba disporre di tre output ed essere abbastanza potente. Una RAM di 1 GB è sufficiente, a meno che tu non abbia la folle idea di passare a degli schermi 4K.

Il mio consiglio: Una soluzione incentrata su un monitor di ottima qualità ma di soli 24″ pollici e su uno o due schermi secondari di fascia bassa (ma con pannello IPS) andrebbe sicuramente presa in considerazione, soprattutto se non si ha un grandissimo budget ma si desidera poter lavorare più comodamente. Usando Photoshop, per esempio, poter riservare il tuo schermo principale all’immagine sulla quale stai lavorando e spostare tutte le barre degli strumenti sul secondo schermo è piuttosto comodo. C’è davvero bisogno di usare un monitor da 4000€ per visualizzare una barra degli strumenti?!

la dimensione del monitor

Sul mio monitor da 23,8 pollici (1920 x 1,080) posso tenere aperte fino a nove palette.

È il caso di usare un cappuccio?

la dimensione del monitor Certo che sì! Un cappuccio eviterà che sul tuo schermo si creino dei riflessi, facendo sì che il contrasto sia sempre il migliore possibile. Va aggiunto anche che il modo in cui l’occhio percepisce i colori viene influenzato dall’ambiente circostante. In altre parole, i colori dell’ambiente fanno sì che i tuoi occhi vedano i colori visualizzati sullo schermo in maniera “distorta”. È per questo che alcuni professionisti dell’editing dipingono le pareti dietro il loro schermo di grigio, come ho fatto anch’io nel mio ufficio (vedi l’immagine sottostante). Ovviamente, con tre schermi il discorso si complica, ma esistono delle soluzioni creative. La scelta della soluzione migliore dovrà quindi basarsi sull’organizzazione tuo spazio di lavoro.

Leggi di più:
Monitor per Fotografia
Miglior Monitor da Gaming
Guida all’acquisto dei Monitor per Gaming

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Recensione: La BenQ ScreenBar LED Lamp

26 Dicembre 2019 di Enzo Leave a Comment

La BenQ ScreenBar LED LampLa mia scrivania è piena di roba. Oltre a fare le foto, registro i video per YouTube, e quindi ho un sacco di microfoni e di attrezzature audio, oltre a un tablet Wacom, a una tastiera e a una varietà di suppellettili per la scrittura. Spesso ho pensato che potrebbe servirmi una lampada da scrivania, ma non ne ho mai comprata una.

Ma poi è arrivata BenQ. La loro ScreenBar è una lampada da scrivania elegante che si attacca in cima al vostro monitor e vi fornisce della luce per lavorare, ma senza creare dei fastidiosi riflessi sul monitor. Non occupa spazio sulla scrivania e non ha bisogno di una presa della corrente, e ha un aspetto semplice ed elegante. I LED di alta qualità non sfarfallano e non si corre il rischio di bluelight, stando a BenQ.

Quindi vale la pena comprarla? Vediamo.

Facile da attaccare

Il design della barra è ingegnoso. Piuttosto che utilizzare un adesivo o del Velcro, la lightbar di BenQ si aggancia grazie a un contrappeso che blocca un tappetino di gomma. Potrebbe sembrare che così la lampada stia sempre a traballare, ma invece è attaccata in modo solito, rimanendo immobile anche quando muovete il monitor.

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Recensione del Dell UltraSharp UP3216Q – Un monitor UHD perfetto per i professionisti

10 Dicembre 2019 di Enzo Leave a Comment

Recensione del Dell UltraSharp UP3216QIl Dell UltraSharp UP3216Q è un monitor da ufficio robusto e resistente da 32 pollici, con risoluzione 4K e tutta una serie impressionante di standard di gamma che lo rendono la scelta ottimale per gli studi e per gli ufficio. Racchiude tutte le sue principali caratteristiche funzionali in un involucro realizzato secondo l’esclusivo design dei prodotti Dell che tutti amiamo per la sua semplicità e durata, questo schermo è particolarmente versatile e si adatta facilmente alle esigenze di tutti gli utenti. Vediamo ora di capire se tutte queste caratteristiche possano giustificare a pieno titolo il costo di questo colosso nel settore.

Recensione del Dell UltraSharp UP3216Q

Recensione del Dell UltraSharp UP3216Q

Design e specifiche

Il Dell UltraSharp UP3216Q è caratterizzato dal classico case esterno nero opaco della Dell con dettagli in argento che, per molti, distinguono questo tipo di prodotto dai tipici monitor da ufficio. Come la maggior parte dei prodotti della linea UltraSharp, questo modello ha delle linee pulite ed eleganti, di sicuro uno stile preferibile ad un case esterno più appariscente o dai colori sgargianti.

Il Dell UltraSharp UP3216Q inoltre sembra anche un monitor dallo stile moderno grazie alle sue linee sottili ed ai bordi puliti. Un aspetto negativo di questo monitor è senza dubbio la cornice dello schermo, molto spessa e larga quasi 2 cm per lato. Ma dal nostro punto di vista, è difficile focalizzarsi su questi piccoli dettagli in plastica quando si ha a disposizione uno schermo enorme dalle caratteristiche eccezionali.

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Spazi colore: sRGB vs. Adobe RGB vs. DCI-P3 vs. Rec.2020

7 Dicembre 2019 di Enzo Leave a Comment

Spazi coloreSe hai cliccato su questo articolo, devi esserti deciso/a a sapere di più sull’importante (ma anche notoriamente noioso) argomento degli spazi colore. Il tuo interesse potrebbe essere stato scaturito dal lancio degli ultimi smartphone, che vantano funzioni come il supporto per P3 wide color e HDR, o forse dalla consapevolezza che il monitor che usi da anni non è più adatto all’editing di foto. In ogni caso, questo articolo mira a spiegarti rapidamente alcuni dei termini più utilizzati, indicarti quali caratteristiche dovresti cercare, e qual è l’impatto che tutti questi fattori possono avere sul tuo flusso di lavoro.

Cos’è uno spazio colore?

Lo spazio colori (o gamut) è la gamma di colori che un dispositivo può rappresentare. Alcuni degli spazi colore più diffusi nell’industria creativa sono sRGB, Adobe RGB, e DCI-P3. Ognuno di questi nomi fa riferimento ad una diversa gamma cromatica adatta ad usi diversi. Alcuni spazi colore sono più ampi, altri meno, ma ognuno di essi supporta uno specifico tipo di colori, quindi è importante conoscere le caratteristiche principali di ciascun gamut, e sapere cosa puoi aspettarti se scegli l’opzione più adatta.

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Come Calibrare i Colori del Monitor e Perché la Calibrazione del Monitor è Importante?

7 Dicembre 2019 di Enzo Leave a Comment

Perché bisogna calibrare il proprio monitor?

Se c’è una cosa di cui si può essere sicuri a proposito delle fotografie postate su internet, è che nessuno vedrà un’immagine esattamente come la vedi tu. La maggior parte degli schermi, infatti, è troppo illuminata, e usa le impostazioni dei colori stabilite dal produttore. Alcune di queste impostazioni sono ottime, altre meno. Man mano che il monitor invecchia, i colori da esso rappresentati cambiano. Questo è un problema soprattutto per gli schermi più obsoleti retroilluminati con lampade, ma anche i colori di un monitor a LED tenderanno a variare con il tempo.

C’è anche il problema della fedeltà con le stampe. Se hai mai stampato delle immagini (se non l’hai mai fatto ti stai perdendo qualcosa), e non hai trovato soddisfacente la qualità delle tue stampe, la causa potrebbe essere proprio il fatto che il tuo schermo riproduce male i colori delle immagini che elabori.

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Ecco tutti i monitor compatibili con G-Sync disponibili al momento e come abilitare G-Sync su un monitor FreeSync

21 Ottobre 2019 di Enzo Leave a Comment

G-SyncAltri tre monitor da gaming sono appena stati inseriti nella lista Gvidia dei monitor compatibili G-Sync, grazie all’ultimo aggiornamento driver presentato al Gamescom. Questa volta si tratta di uno schermo ultrawide di Asus e due display 4K di Acer, portando a 38 il numero totale di schermi compatibili G-Sync ufficialmente autorizzati.

Questa è una buona notizia per chiunque cerchi di approfittare della frequenza di aggiornamento variabile G-Sync di Nvidia ad un buon prezzo dato che, fino a poco tempo fa, l’unico modo per ottenerla era acquistare un monitor da gaming Nvidia G-Sync dedicato (e piuttosto costoso). A partire da gennaio 2019, tuttavia, Nvidia ha introdotto il proprio G-Sync Compatible, in modo che i proprietari di schede grafiche Nvidia dotati dei più economici monitor AMD FreeSync possano ottenere una versione ridotta di G-Sync senza dover aggiornare il proprio display e senza essere costretti a pagare la temuta tassa G-Sync.

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